I vini
Come la pensiamo
Il vino ha fatto molta strada e finalmente si sta diffondendo una miglior cultura del bere. Si beve meno, si beve meglio.
Si è capito che interessarsi al vino significa andare alle radici della storia dei luoghi che si visitano ed è proprio vero che i Vini Buoni si fanno nei Posti Belli. Grande opportunità per chi ama viaggiare.
C’è però un pericolo: il successo commerciale è una grande tentazione per i produttori. Sempre più ci si fa guidare dalle le tendenze di mercato, si “addomesticano” i vini… si rendono più facili da bere a volte “piacioni” o addirittura “ruffiani”.
In questo noi siamo molto tradizionalisti. Pensiamo che il vino dovrebbe essere fatto da un contadino che coltiva la sua terra e produce un vino che esprime le proprie uve. Punto.
Poca tecnologia enologica, il minimo che serve per accompagnare il vino nel percorso che porta alla qualità. Buone pratiche non invasive sia in campagna che in cantina. Accettare che le annate non sono tutte uguali spiegando ai propri clienti che in natura la standardizzazione non esiste.
Avere in testa un’idea di vino e mantenerla anche se non piacerà a tutti… Poi ciascuno troverà tra i molti produttori il vino che gli piace… Non esiste il “vino migliore”, non esiste “l’unico vino” e questa è la bellezza di appassionarsi a bere un buon bicchiere.
Le uve della tradizione
Le uve prevalenti in Valpolicella sono: Corvina, Corvinone e Rondinella.
Sono uve perfette per fare i vini rossi della nostra tradizione. A dire il vero, non sono le più concentrate in polifenoli, né le più zuccherine. La loro forza sta invece nell’eleganza e nella attitudine ad appassire lentamente in Fruttaio. È una questione di buccia ma non solo… Riposando dopo la raccolta l’uva cambia e diventa un frutto nuovo, più concentrato, più complesso.
Pigiare queste uve in inverno, a volte col gelo, è una magia a cui non ci si abitua. Stagione dopo stagione. Sempre diverso.
Le uve dimenticate
Abbiamo scelto di dedicare spazio nel vigneto anche ad alcune vecchie varietà di uva diffuse in passato ma abbandonate nel dopoguerra travolte dalla rivoluzione agricola che ha privilegiato vititgni ad alto potenziale produttivo.
Alcuni le chiamano “Uve Antiche”. Noi preferiamo parlare di “Uve Dimenticate”.
Turchetta, Corbina, Oseleta, Spigamonti.
Sono uve meno produttive e con alcuni problemi agronomici. Tuttavia hanno un’ottima resistenza alle malattie della vite e producono un frutto assai più concentrato e complesso.
Producono vini nervosi e un po’ difficili nelle prime fasi. Poi con l’invecchiamento in piccole botti di rovere, tutto va a posto ed emerge il loro contributo al vino che fa giustizia delle fatiche fatte a coltivarle. Noi le utilizziamo sia nell’uvaggio di alcuni vini che in vinificazione dedicata.
La cantina
La nostra Cantina è pensata per vinificare solo le uve che produciamo nei nostri terreni.
Poca tecnologia, perché con i vini rossi non serve.
Facciamo la fermentazione all’esterno in contenitori di acciaio dotati di controllo della temperatura.
Terminata la fermentazione il vino, per gravità scende nella cantina dove vengono effettuati i travasi fino all’estate quando il vino viene spostato nella Bottaia.
Abbiamo scelto di affinare il vino in botticelle di Rovere a tostatura media cercando legni gentili che non invadano il vino.
Effettuiamo l’imbottigliamento direttamente in cantina con le nostre attrezzature nonostante i piccoli volumi prodotti. È un grande impegno ma è il modo per garantire un’imbottigliamento di qualità.